La visione del mare

Esistono luoghi che fanno della loro geografia un simbolo. Luoghi in cui l’elemento fisico si sublima, evapora e s’espande nella mente di chi l’osserva. Uno sguardo che attraversa millenni di mito e di storia, uno sguardo molteplice, che si disloca in prospettive differenti, e tuttavia comuni, lo sguardo verso un mare che divide e unisce le terre, il Mediterraneo.

La casa editrice siciliana Mesogea propone un’avvincente opera composta da dieci volumetti dedicati alla mediterraneità, Rappresentare il Mediterraneo, opera nata dall’iniziativa di Thierry Fabre della Maison méditerranéenne des sciences de l’homme. Un’opera di ampio interesse perché stimola la nostra capacità di critica e autocritica su che cosa intendiamo davvero per mediterraneità. In particolare, il volume qui proposto è Lo sguardo egiziano, suddiviso in due momenti, due visioni. Da una parte la penna poetica e intima dello scrittore Edouard al-Kharrat e dall’altra, l’analisi storica dello studioso Mohamed Afifi.

Le parole del primo autore più che raccontare, cantano di un luogo trasfigurato, evocato attraverso le proprie immagini, un continente della memoria che lo lega ai poeti, ai filosofi e agli scrittori di ogni epoca, pensatori che hanno vissuto e scritto sulle sponde di un mare che seduce e che fagocita nello stesso tempo. Il Mediterraneo è un luogo carico di suggestioni, un luogo dominato da contraddizioni, contrasti che non possono esser disciolti, poiché ne rappresentano la peculiarità originaria. Da una parte la bellezza dello spettacolo naturale, il raggiante senso della felicità, l’elemento panico, la vittoria di tutti gli dei interiori, ma dall’altro la cecità, le continue guerre, l’instabilità, i contrasti sociali, lo svuotamento delle coscienze addormentate su se stesse, la miseria. Questo concavo continente acqueo accoglie in sé moltitudini, dimensioni ulteriori, scambi tra mondi, terre fertili e deserti. L’attrazione dello scrittore verso il mare è impregnata da inquietudine. Il ‘mare bianco’ che descrive lascia affiorare sentimenti dissonanti “un essere di cui non ho mai potuto, né potrò, misurare le profondità, celate sotto la superficie di volta in volta calma o burrascosa. E tuttavia non riesco a tenermi lontano dai suoi sortilegi.”

La prosa di al-Kharrat è una marea che s’alza fino a toccare la volta del cielo, fino a raggiungere le vette di un pensiero libero e liberato: “il Mediterraneo per me non possiede solo una dimensione geografica, una dimensione storica, archeologica, non è solo cultura e civiltà, incontro e lotta di civiltà, più di tutto è domanda, metafisica e intima a un tempo. È l’ignoto inconoscibile o l’eternità senza sponde? Piuttosto, è uno stato spirituale, che reca in sé una sostanza poetica”. La vibrazione di tali parole non può non toccare chiunque sia vissuto sulle rive del Mediterraneo, un mare che trasfigura la nostra psiche, la materializza, ce la rende viva e presente. È punto d’unione tra fisico e metafisico, è condizione sacra. “Lo spirito mediterraneo più che addomesticare la selvatichezza dell’assoluto, la umanizza, rendendo la sua divinità uno stato umano. Una sintesi unificante si opera tra il divino e l’umano.”

Alla travolgente e lirica visione di al-Kharrat, segue il breve saggio storico di Mohamed Afifi, Le radici storiche della nozione di “mediterraneismo” in Egitto, dove l’autore prende in esame diverse prospettive politiche, mettendo a confronto i testi più rappresentativi delle varie posizioni egiziane sul “mediterraneismo”. La lucida e condensata analisi dei fatti storici traccia una mappa, una proiezione che mette in risalto il complesso rapporto tra differenti istanze: l’appartenenza culturale, l’identità religiosa e lo stato nazionale. Da qui l’urgenza di trovare una mediazione, un assetto di convivenza pacifica, che promuova le differenze e nello stesso tempo le inglobi al suo interno, all’interno di quella visione che ci accomuna, quella del Mediterraneo appunto.

 

Graziana Garofalo

 

 

 

Titolo: Rappresentare il Mediterraneo. Lo sguardo egiziano.

Autore: Edouard al-Kharrat e Mohamed Afifi.

Editore: Mesogea.

Anno: ed. 2003.

 

 

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