Calvino e la Luna

In queste notti di luna bassa le persone di temperamento instabile si davano a far stranezze. Non mancava mai il sonnambulo che cammina sui cornicioni d’un grattacielo con le braccia protese verso la Luna, o il licantropo che si metteva a ululare in mezzo a Times Square, o il piromane che appiccava incendi ai depositi dei docks. Erano fenomeni usuali, questi, e non radunavano più nemmeno il solito capannello di curiosi. Ma quando vidi una ragazza completamente nuda seduta su una panchina di Central Park non potei fare a meno di fermarmi. Già prima di vederla avevo avuto il senso che qualcosa di indefinibile stava per accadere. Attraversando Central Park al volante d’una macchina scoperta, mi sentii inondato da una luce che vibrava come fanno i tubi luminescenti quando prima d’accendersi del tutto emettono una serie di bagliori lividi e ammiccanti. La vista intorno sembrava quella d’un giardino sprofondato in un cratere lunare. Vicino a una vasca che rifletteva una fetta di Luna era seduta la ragazza nuda. Frenai. M’era parso, lì per lì, di riconoscerla. Corsi fuori della macchina, verso di lei; ma mi fermai, come stordito. Non sapevo chi era, sentivo solo che dovevo urgentemente far qualcosa per lei. Attorno alla panchina erano sparpagliati sull’erba i suoi vestiti, calze e scarpe una qua e una là, orecchini e collane e braccialetti, borsetta e borsa per la spesa e il loro contenuto rovesciato in un cerchio di largo raggio, e numerosi pacchetti e mercanzie, come se tornando da un dovizioso shopping per i negozi della città, quella creatura si fosse sentita chiamare e istantaneamente avesse lasciato cadere tutto al suolo, avesse capito che doveva liberarsi di ogni oggetto o segno che la teneva legata alla Terra, e ora stesse lì aspettando d’essere assunta nella sfera lunare.

Cosa succede? – balbettai. Posso aiutarla?

Help? – chiese lei, con gli occhi sempre sgranati in alto.

Nobody can help. Nessuno può farci niente, ed era chiaro che non

parlava per sé, ma per la Luna.

Il frammento proposto è tratto da Le figlie della Luna, in Tutte le Cosmicomiche di Italo Calvino. Oggi, 19 settembre, ricorre l’anniversario di morte dell’autore, e ci piace ricordarlo così, attraverso la morbida lente lunare di quest’ultimo plenilunio in Pesci.


			    

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