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La Biblionauta incontra il Capitano Nemo

Graziana Garofalo

Protagonista della seconda intervista impossibile è il nostro caro Capitano Nemo.

  • B: Caro Capitano, grazie per aver accettato di partecipare a questa breve conversazione, noi della Biblioteca di Nemo ti conosciamo da tempo ormai e custodiamo con cura i tuoi libri, ma, in questa occasione, ci piacerebbe scoprire qualcosa che ti riguarda più da vicino. Qualcosa che riguarda la tua scelta. Capitano, perché un giorno scegliesti il mare? Perché hai scelto di estrometterti dai casi terrestri?
  • N: È noto quanto sia grande il mio amore verso il mare, l’immenso continente acqueo al quale tutti noi apparteniamo. Voglio dirti meglio che amo tutto il pianeta Terra, amo tutto ciò che vive e le sue creature, ma quello che continuo tutt’oggi a detestare sono le società ingiuste degli uomini. Decisi un giorno di abbandonare la terraferma solo perché disprezzavo le leggi inique dei tiranni che vi abitano. Da quando ho compreso che non vi erano schieramenti giusti, e che in ogni modo gli oppressori giocavano con le vite degli uomini, ho deciso di non appartenere più alla terraferma. Nel mare cessa la loro legge, nel mare si può dare ascolto a se stessi. La nostalgia di alcune foreste mi prende ogni tanto, ma preferisco ricordarle nel loro splendore, che vederle oggi deturpate e inaridite.
  • B: Caro capitano, la nostra Terra è gravemente ammalata, abbiamo inquinato oltremodo questo pianeta. Ti chiedo, perché secondo te gli esseri umani hanno perso la connessione con la loro Madre Terra? Perché non riescono più a provare il sentimento che li lega alla loro grande casa. Come risanare questa ferita così profonda?
  • N: La ferita è prima di tutto un’assenza interiore, l’assenza di connessione. La Terra è letteralmente il prolungamento del corpo degli uomini. Un veicolo nel veicolo, come il mio Nautilus per il mare. Anche gli antichi concepivano i mondi nei mondi, e avevano compreso cosa significasse questo specchiarsi di forme. Con questo voglio dire che è fondamentale accorgersi. Accorgersi che questa realtà è una rete sottile di connessioni, che ogni piccola particella ha il suo ruolo, che ogni granello di sabbia contribuisce a tenere insieme l’equilibrio di un intero ecosistema. L’interconnessione di ogni elemento garantisce la sopravvivenza. La vita è uno scambio continuo. Io non so se molti di voi se ne accorgono, ma di sicuro delegano e lasciano fare, e finiscono per compromettersi senza accorgersene.
  • B: Scusa se insisto, ma voglio capire meglio. Cosa significa in termini psichici scegliere la via del mare? È curioso che oggi la rivoluzione coscienziale possa realizzarsi attraversando il mare – il grande grembo – l’elemento femminile primordiale. Perché è importante riscoprire questa dimensione?
  • N: Il mare che intendo è prima di tutto uno stato mentale. Nel momento stesso in cui l’immagine del mare entra nella nostra mente ci sentiamo più leggeri, sciogliamo tutti i nodi che ci costringono. L’acqua invade i pensieri pesanti, avvolge le vette del nostro essere e le trasforma in piccole isole. Ecco allora che il nostro sguardo carpisce l’essenziale. Quelle minuscole porzioni emerse sono i luoghi da cui ripartire. Con questo voglio dire che colui che sente la necessità di liberarsi dall’immobilità di se stesso, dovrebbe lasciarsi fluire e sprofondare, per riscoprire che la sua natura è anche e soprattutto acquea. E allora approfondirei quest’elemento dentro e fuori, e chiederei all’acqua di insegnarmi a conoscerla. Indagare le sue vie.
  • B: Tu conosci bene l’acqua capitano? A cosa serve avere coscienza dell’acqua? Qual è la sua funzione?
  • N: Serve a comprendere che ci si può rigenerare. Che ci si può riformare. L’acqua ha diverse funzioni, ci purifica e ci ripulisce, ci fa ritornare innocenti. Ci avvolge nel suo abbraccio e sollecita le nostre capacità creative. Insomma, l’acqua ci riporta alle origini, a un mondo non ancora formato. È nel grande grembo primordiale, come poco fa dicevi tu, che ha avuto origine la vita. Un individuo che ha voglia di sperimentare se stesso sceglie il mare per ripulirsi da tutto, da secoli di civiltà e di convinzioni, per ricominciare a formare qualcosa di nuovo.
  • B: Caro capitano Nemo, è noto il tuo disprezzo verso tutti i tiranni, ma forse è meno noto quanto tu abbia a cuore i più deboli, che tu chiami oppressi. Ti chiedo, in che modo è possibile liberarsi dalle catene come hai fatto tu? Un giorno i tiranni scompariranno dalla terra, come vecchie e scricchiolanti isole, per far posto a una nuova conformazione geografica della nostra psiche. Pensi possa accadere?
  • N: La geografia psichica è la chiave per comprendere meglio il viaggio. In che modo scompariranno le vecchie isole? Può accadere solo se ogni individuo inizierà davvero a condurre il timone della propria esistenza. Abbiamo parlato dell’elemento acqua, bene, sul mio timone ho inciso quattro simboli, uno per ciascun elemento. Il viaggio non può condurci sempre alla terra, al tangibile, al concreto, all’utile, al prendibile, al materico. È importante dare spazio a tutti gli altri elementi, di cui siamo composti. Il ciclo della vita è … un ciclo appunto, ed è necessario che lo si esperimenti in tutte le sue parti. L’acqua è la via della connessione, dell’emozione, della sensazione, della cura, della purificazione. La mia virata è stata il primo passo verso la rivoluzione della coscienza. Il mio nome è nessun nome perché sono ritornato alle origini. Volevo scoprirmi, e scoprire oltre me stesso tutte le possibilità che questa umanità continua ad avere sotto gli occhi, ma che continua a non seguitare.
  • B: E ci sei riuscito, Capitano?
  • N: Beh, questa è una domanda che non andrebbe mai rivolta al personaggio di un romanzo! La letteratura segue vie inconsuete, e non è importante sapere cosa ha scoperto Nemo, è importante invece comprendere cosa vuole scoprire chi ne ha sentito parlare e si è messo sulle sue tracce.
  • B: Grazie capitano, grazie per la piacevole conversazione. Continueremo a seguirti nelle tue avventure. Così si conclude la seconda intervista impossibile. A presto.
La Biblionauta incontra il Capitano Nemo

Chi è Nemo?

La figura del capitano Nemo è ben radicata nell’immaginario collettivo, poiché rappresenta una costellazione archetipica fondamentale. Nemo si compone di più aspetti: il giusto, il saggio, l’avventuriero, l’anarchico, il cercatore, l’uomo libero, l’indipendente. Siamo dunque in presenza di un mito che viene da lontano e che ricompare, di tanto in tanto, sotto mentite spoglie. Perché…