Ipazia, oltre la scienza

Le fiamme hanno consumato gli ultimi rotoli di pergamena. Il fumo ha macchiato il cielo, ha offuscato la mente. La straordinaria bibliotecaria ha nascosto “il sapere” dove nessun oltraggio potrà corromperlo. L’ha diffuso tra la gente attraverso la parola, l’ha affidato alla memoria di chi è stato disposto ad accoglierlo. Tutt’oggi quelle stesse fiamme ardono ancora, ma trasformate nella luce dell’amore per la conoscenza.
Adriano Petta e Antonino Colavito in Ipazia Vita e sogni di una scienziata del IVsecolo edito da La Lepre Edizioni nel marzo 2013, danno vita a una biografia romanzata sulla filosofa, ricomponendo non solo il contesto storico, ma anche le riflessioni e i sogni del personaggio. Astronoma, matematica, medico, filosofa e musicologa, Ipazia è considerata la capostipite del pensiero moderno, a lei sono riconosciute l’invenzione dell’astrolabio, dell’aerometro e dell’idroscopio. Donna di genio e intellettuale vivace, è una delle personalità più carismatiche del suo tempo, ha vissuto durante la seconda metà del IV secolo ad Alessandria d’Egitto, in un periodo storico cruciale, in cui il vacillante impero romano imponeva il cristianesimo come religione di stato, servendosene come strumento sociale e politico per irrobustire e accrescere il suo dominio.

Il romanzo si apre con il sentore di una minaccia incombente, qualcosa di sinistro sembra apparire all’orizzonte. La devastazione del tempio di Serapide non tarda a realizzarsi, e con esso l’immensa e preziosa Biblioteca racchiusa al suo interno. Da quel momento in poi si assiste al capovolgimento di un mondo, un cambio di prospettiva. La politica religiosa di Teodosio contro il paganesimo provocherà persecuzioni e massacri, i templi saranno saccheggiati, proibita ogni forma di culto. Ipazia non si lascerà sopraffare dagli eventi, sostenuta dai suoi discepoli continuerà a studiare, a ricercare, a insegnare. Continuerà a diffondere il sapere filosofico nell’agorà, invitando chiunque, donne e uomini senza alcuna distinzione di ceto sociale, a confrontarsi con la conoscenza. È stata la sua prodigalità nell’offrire la parola il suo atto rivoluzionario più incisivo, il più pericoloso, il più temuto da coloro che volevano imporsi e dominare gli eventi. La sua vita fu stroncata da un atroce massacro, per mano dei monaci parabolani, ordinato da Cirillo, vescovo di Alessandria.

Ipazia. Vita e sogni di una scienziata del IV secolo è suddiviso in due parti, gli autori hanno voluto ricostruire il personaggio attraverso due prospettive differenti. La prima parte è scritta da Adriano Petta, studioso di storia della scienza e medievalista, che attraverso la voce di Shalim, giovane discepolo innamorato della  bellissima maestra, racconta le vicende che la coinvolgeranno, mettendone in risalto tutti gli aspetti pubblici e privati, i dialoghi e gli incontri con gli studiosi del tempo. Nella seconda parte è la penna di Antonino Colavito che disegna il mondo interiore della filosofa, le sue riflessioni, i suoi pensieri, le scoperte scientifiche, le sue paure. È la stessa voce di Ipazia che dispiega in forma di visioni i suoi sogni, forgiando un unico grande discorso che attraversa tutti saperi, li congiunge, li mette in relazione tra loro. Le due parti si compensano, si assimilano vicendevolmente, nonostante siano caratterizzate da ritmi differenti. La narrazione di Petta è imperniata su un punto di vista esterno, è quello di Ipazia raccontata dentro la storia, le parole di Colavito invece, sono il punto di vista interno, lo sguardo interiore di Ipazia rivolto verso l’abisso di se stessa e dell’universo, una rappresentazione simbolica al di là del tempo e dello spazio.

La scienza per Ipazia era la base di ogni sapere, anche quello filosofico. L’astronomia il punto di partenza e il punto di arrivo di ogni considerazione sulle natura delle cose. Ipazia insegnava ai suoi discepoli che la ricerca della verità è un atto d’amore verso la vita stessa, conoscere la struttura e i meccanismi della natura, dell’uomo, degli astri, non può che aprire la via della comprensione verso l’evoluzione della coscienza umana.

La scienziata alessandrina è una figura di estrema carica simbolica, ella stessa rappresenta il culto, la sapienza, la libertà di pensiero. Il libro di Petta e Colavito intende rendere omaggio non solo alla sua memoria, ma anche a quella di tutti gli scienziati, i filosofi e gli artisti che prima e dopo di lei hanno dedicato la loro vita alla ricerca e agli studi, Talete, Eraclito, Pitagora, Democrito, Epicuro, Platone, Aristotele, Lucrezio, Ovidio, Apuleio, Bruno, Galilei, Newton, Einstein, la loro passione, il loro coraggio, il loro slancio verso il sapere è quello di Ipazia, “madre” della scienza moderna e martire della libertà di pensiero.

 

Graziana Garofalo

 

 

 

Titolo: Ipazia

Autori: Adriano Petta, Antonino Colavito

Editore: La Lepre

Anno: ed. 2013

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